Lo abbiamo detto e pensato talmente tante volte che ormai sembriamo prenderci in giro da soli, ma ora non ci sono più dubbi: questa sarà la settimana decisiva per capire se e come si ripartirà nel panorama dilettantistico. Il 5 marzo si riunirà il Consiglio Federale della FIGC, con la valutazione della situazione per Eccellenza e alte categorie regionali di calcio a 5. Eppure, tra i tanti problemi legati ad una eventuale ripresa, ce n’è uno che in questi giorni frena e preoccupa un po’ tutti. Si è sempre detto che il riavvio delle attività dipende dall’andamento epidemiologico, bene, ma è davvero sicuro, oggi, il contesto che dovrebbe rivedere in campo gli atleti dei massimi gironi regionali?
Guardare in faccia il virus
Prendiamo spunto dalla frase che più risalta nel comunicato de Il Delfino di ieri: «L’importante è che non venga elevato a problema reale l’aspetto economico del rispetto del protocollo. La decisione va presa (o rimandata) tenendo conto dell’aspetto sanitario. Se è possibile riprendere sotto l’aspetto sanitario, sarebbe imbarazzante e difficile digerire che soli 2/3 mesi di attività non possano essere regolate economicamente tra le parti». Ci sono le garanzie di ripresa sotto l’aspetto sanitario? Guardiamo i numeri: nella giornata di ieri, nel solo Abruzzo si sono registrate 568 nuove positività, di cui 299 nella sola Provincia di Pescara. Quasi 18 mila i nuovi casi in Italia. Perché se prima, a dar preoccupazione, era il Covid, ora c’è il Covid con tutte le sue varianti, proiettandoci nella tanto temuta terza ondata. Nella regione abruzzese, scuole nuovamente chiuse e didattica a distanza resa obbligatoria, con diversi territori ancora in zona rossa ed altri in arancione, con alcuni comuni, in particolare sul litorale adriatico, posti sotto monitoraggio e a rischio. Insomma, tutt’altro che favorevole lo scenario.
I possibili focolai
Un altro spunto di riflessione arriva da ciò che sta accadendo nel girone F di Serie D. Delle 18 partecipanti, solo Vastese e CyntiAlbalonga hanno disputato le 20 gare fin qui in programma. Tutte le altre squadre, hanno almeno una gara da recuperare. Eloquenti, nei mesi precedenti, i tanti rinvii per i focolai di Agnonese, Matese e Recanatese, su tutti. Ancor di più lo è quel che accade oggi in casa Pineto, con i biancazzurri che hanno ben 7 gare in più da giocare da qui a fine stagione. In sunto, non solo si rischia di non rispettare i tempi posti per la stagione, ma di andare ben oltre, anche se il termine ultimo venga posticipato a dopo il 30 giugno.
Spunti di riflessione, che ci lanciano verso la settimana decisiva per la ripresa, o meno, del dilettantismo. Questa volta, però, le società hanno necessità di una risposta, in un verso o nell’altro, senza più lasciar scorrere il tempo.
Nicolas Maranca