Alta tensione in casa Nereto: il club vibratiano rischia di non iscriversi al prossimo campionato di Eccellenza?
Il presidente Filippo Di Antonio (in foto), dopo l’incontro pubblico con la comunità rossoblù avuto la scorsa settimana, con un post sul proprio profilo Facebook si è detto rammaricato per la poca partecipazione imprenditoriale locale e pronto a lasciare la presidenza.
Ai nostri microfoni, il numero uno del Nereto ci ha confermato il suo stato d’animo e le sue perplessità su una ripartenza del club, sotto la sua gestione: «Le possibilità sono veramente poche. Non ho ricevuto nessuna proposta di collaborazione. Mi prendo qualche giorno per riflettere, fare un giro di telefonate e coinvolgere più persone ma al momento la situazione è molto complicata. Sto lavorando con dei contatti per trovare una soluzione. Se non ci dovesse essere nessun ingresso societario, sicuramente abbandonerò. Poi, ovviamente, se dovesse subentrare qualcuno a me, allora si aprirebbero nuovi scenari per la società. Quello che mi ha più deluso è che in questi due anni mi sono sobbarcato tutta la gestione a livello economico e non ho mai ricevuto una pacca di ringraziamento dalle istituzioni o dalle forze imprenditoriali locali. Mi sono sentito abbandonato. Nessuna persona si è mai interessata concretamente al progetto nonostante le innumerevoli riunioni, colloqui o cene. E questo ha fatto subentrare in me tanto scoraggiamento e pochi stimoli. Mi prendo del tempo per riflettere sul futuro e confido in una risposta della piazza e delle istituzioni».
Un commento anche sui recenti addii dell’allenatore D’Eugenio e dell’attaccante Simone Antonacci: «Prima dobbiamo ricomporre, eventualmente, la dirigenza e poi passeremo alle questioni tecnico-tattiche. In questo momento siamo fermi e non abbiamo impegni con nessuno perché il primo tassello, casomai, sarà la ricomposizione della società. Bisogna capire anche come tesserare un giocatore: noi abbiamo sempre optato per contratti di nove mesi, ma qualora si dovesse giocare da ottobre a maggio le cose cambieranno. Se sapessi di ripartire con certezza, avrei preso accordi con Antonacci, ma adesso non posso dirgli di aspettare senza avere niente in mano».