Ad oggi, risulta difficile, prevedere quel che accadrà nel prossimo futuro del calcio dilettantistico e quali decisioni verranno prese sulla ripartenza. Un momento che tocca sia le prime squadre, ma soprattutto le squadre degli under e le scuole calcio. Uno dei progetti più intriganti a livello regionale era stato presentato alla vigilia dello stop e lanciava la storica collaborazione tra Penne e Loreto Aprutino a livello giovanile (clicca qui). Ai microfoni di Abruzzo Calcio Dilettanti, è lo stesso presidente loretese, Antonello Delle Monache, a commentare il momento.
La pausa che fa male alle giovanili
«Abbiamo fatto tanto per i nostri ragazzi. Loreto era una piazza aurea per il calcio regionale, poi siamo ripartiti da zero raggiungendo risultati davvero unici. Ora viviamo con la paura di perdere il nostro lavoro decennale. Ogni giorno ci poniamo domande nuove, senza mai saper rispondere e senza che ci rispondano. Oggi sentiamo parlare di vaccinazioni pronte, ma non lasciamoci ingannare: le dosi per tutti non ci saranno prima di primavera/estate se non oltre. Quando si ripartirà seriamente dopo aver voluto premere per la ripresa, adesso? Eravamo arrivati ad oltre 200 giovani, mi dispiace per non poterli vedere sorridere in campo oggi, ma sono certo che faremo quanto più possiamo, quando sarà possibile, per dar loro il massimo del nostro impegno».
Fermare i campionati maggiori
«Io sostenevo dall’inizio che non si poteva riprendere. Giustamente, qualche sforzo economico le società lo hanno fatto, ora non si capisce a cosa siano serviti. Forse era meglio dare la disponibilità per la ripartenza, ma provarci prima con i ragazzi e poi con le prime squadre. Noi dobbiamo mantenere gli impegni e lo facciamo togliendo soldi a noi stessi non potendoci più rivolgere a sponsor. Quando andremo avanti con il restart, sarà drammatica come situazione. Io non voglio attaccare nessuno, ma a livello organizzativo, chi ne sa più di me, doveva prevedere questo scenario».
Sensazioni negative
«La mia opinione è che non si riprenderà. Lo scorso anno partimmo con la diffusione del problema in primavera e in estate si è avuto un calo netto, poi ecco il ritorno della drammaticità dei dati con l’inizio dell’autunno. Ora andiamo verso l’inverno, vediamo cosa accadrà in primavera, ma basta riflettere per capire che sia meglio stare chiusi. Piace a tutti correre dietro ad un pallone, ma la salute dei nostri tesserati ha e deve avere la priorità».
Richiesta di nuovi fondi
«Da imprenditore e da dirigente, io dico che non possiamo più chiedere ulteriori sforzi al Governo. Al dilettante che non si allena, giustamente, il rimborso viene sospeso. Alla società, che tanto ha investito, invece deve essere garantita una cifra. Io una soluzione credo ci sia: anziché versare il 10%, ci si permetta di versare solo il 2% di Iva. Una misura semplice, che evita richieste esagerate. Inutile chiedere ancora contributi a pioggia al Governo, lo dico contro i miei interessi, ma ragionando da esseri umani capiamo che ora come ora serve aiutare chi sta davvero in difficoltà».
Un nuovo modus operandi
«Il protocollo costringe a prendere delle misure particolari e rischiose. Dall’Eccellenza in su, a mio avviso, si può pian piano riprendere con il nuovo sistema anti-contagio che stanno studiando, ma le categorie inferiori devono fermarsi. Inutile ripartire per fermarci subito, lasciamo perdere per un anno, aspettiamo la prossima estate».
Il Loreto Aprutino tra Covid e futuro
«Noi, come Loreto Aprutino, ci siamo adoperati per bloccare subito le nostre attività. A calcio non si gioca individualmente, noi facciamo parte di uno sport di squadra. Le palestre possono parlare individualmente, al campo ci si va per divertirsi senza rischiare e lavorando in un certo modo. Si dovevano bloccare le attività fin da subito, senza proporre particolari metodi di allenamento. Siamo partiti con la collaborazione con il Penne con un anno zero che avrebbe portato grandi risultati a livello giovanile già nel breve termine e, chissà, anche per la prima squadra in futuro. Parliamo di due società amiche, c’è rispetto reciproco, c’è una progettualità chiara ed ambiziosa. Se facciamo capire al comprensorio quello che si vuol realizzare, questa idea ci condurrà verso un grande domani per il calcio vestino».
Nicolas Maranca