L’Aquila c’è e torna a vincere alla vigilia di un turno infrasettimanale da non sottovalutare. I rossoblù si sono rimessi in carreggiata, dopo i due 0-0 consecutivi, espugnando l’ostico campo di Nereto. A deciderla, manco a dirlo, il solito insaziabile Stefano Miccichè, autore di 6 gol dei 7 realizzati dalla squadra del Capoluogo fin qui. Dopo 6 giornate dello scorso campionato, quando vestiva la maglia del Lanciano, l’attaccante aveva segnato lo stesso numero di reti. Il vizio non lo perde mai ed è il trascinatore di una squadra tra le più forti, per livello qualitativo, viste nella storia dell’Eccellenza.
Miccichè analizza la partenza aquilana ai microfoni di Abruzzo Calcio Dilettanti, partendo proprio dall’exploit di Nereto: «Come volevasi dimostrare, non è stata una partita semplice. In primis per il terreno di gioco, non congeniale alle nostre abitudini. Ci siamo adattati a quella superficie e abbiamo saputo colpire nei momenti giusti. Dal punto di vista personale, è stata ancora più difficile. Loro sono molto organizzati in tutti i reparti e, per uno piccolino come me, farsi strada in mezzo a tanta fisicità non è semplice. Siamo stati bravi tutti, dal 1′ al 90′. Felice per la doppietta, ma i gol sono il frutto di ciò che si è costruito in precedenza».
Una reazione necessaria e voluta dopo i due pari consecutivi senza gol, come racconta il goleador marsicano: «Dopo i due 0-0, abbiamo parlato, ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che bisognava alzare l’asticella. Tutti, quando giocano contro L’Aquila, ci tengono a fare benissimo, perciò noi dobbiamo saper dare ancor di più per vincere. La risposta è stata chiara, si è visto».
Un campionato combattuto, anche se i tempi non sono ancora maturi per dare giudizi secondo Miccichè: «Secondo me è presto per parlare di sorprese. Chiaramente vedere la cavalcata de Il Delfino Flacco Porto fa riflettere, non bisogna sottovalutarli come non bisogna sottovalutare nessuno, in Eccellenza basta poco per essere beffati. Poi sicuramente colpisce il cammino altalenante del Chieti, che ha una rosa forte».
L’approccio con L’Aquila è stato quello di chi si ritrova in una grande famiglia e Miccichè racconta: «Quando sai che giocherai in una piazza così blasonata pensi già di essere fortunato. Lo sono ancor di più perché ho trovato un entusiasmo unico nel suo genere che difficilmente ricapiterà nella carriera di un calciatore. La società, dal Presidente al Direttore Sportivo, mi ha dimostrato grande fiducia e io voglio ripagarla dando il massimo in ogni allenamento, in ogni gara ed in ogni azione. Non voglio mai abbassare i ritmi. L’Aquila è nell’aria, mi piace dirlo così. Si respira un’atmosfera incredibile, pur essendo in questa situazione delicata a livello nazionale. I tifosi fanno sentire la propria presenza in ogni modo rispettando le norme previste, c’è una voglia di tornare ancor più in alto difficile da spiegare».
Domani la sfida contro il Penne, allenato da Fabio Iodice, che l’attaccante aveva conosciuto a Paterno: «Dobbiamo stare molto attenti, non prendiamola con leggerezza. Il Penne che andremo ad affrontare non è quella squadra che ha subito 14 gol in due partite qualche settimana fa. Loro, con l’arrivo del nuovo mister, si sono rinforzati e hanno messo all’angolo una delle squadre più attrezzate del girone, l’Avezzano. Dovremo sfruttare la minima occasione, perché i vestini hanno un reparto offensivo interessante».
Una squadra, L’Aquila, che annovera in rosa molti attaccanti. Convivenza facile, racconta Miccichè, che elogia il gruppo: «Ho la fortuna di ritrovarmi in una squadra in cui ci sono tutti giocatori forti e abili a livello calcistico, ma soprattutto ottime persone a livello umano. Questo fa la differenza in un percorso di crescita, siamo una squadra forte. Non si guardi alla classifica dei marcatori, è solo un caso che abbia segnato quasi solo io, mano a mano si vedrà realmente che dietro ad ognuno di noi c’è qualcun altro pronto a segnare. Non vogliamo fermarci».
In chiusura, un commento sul come si vive l’emergenza coronavirus all’interno di uno spogliatoio: «Sappiamo di dover rispettare delle regole, lo facciamo con buonsenso. La situazione è davvero strana, anche il fatto di giocare senza una gran parte del pubblico è anomalo, ma qui i tifosi ci fanno comunque sentire la propria vicinanza. Chiaramente si può essere penalizzati dal rispetto dei protocolli, si pensi a quel che è capitato all’Alba Adriatica che ha dovuto saltare due gare ed una settimana di allenamenti per il caso emerso. Però io la vivo senza pensarci, sapendo di dover guardare all’obiettivo di squadra, cioè scendere in campo la domenica e vincere».
Nicolas Maranca