Che qualcosa, in tal senso, fosse cambiato lo si era notato fin dal passaggio da Spadafora a Valentina Vezzali a rappresentante del mondo sportivo nel Governo. La Riforma dello sport non era più attenzionata con la stessa intensità che vi aveva riposto l’ex Ministro, ed ecco che alla fine tutto ha avuto un risvolto: c’è il rinvio al 2024 dell’entrata in vigore della Riforma.
Tale rinvio è contenuto nel maxiemendamento governativo al Decreto sostegni, non se ne parla prima del 31 dicembre 2023. Il testo, tra le tante innovazioni, contiene la creazione di un contratto per i lavoratori dello sport, l’abolizione del famoso vincolo sportivo per gli atleti dilettanti, la revisione dell’albo degli agenti sportivi, una nuova legge sugli stadi, le norme più severe per la sicurezza sulle piste da sci. Immediata la reazione dell’ex Ministro Vincenzo Spadafora, che aveva lavorato a lungo sulla Riforma.
La nota di Spadafora
«Ebbene sì. La Riforma dello Sport è stata inspiegabilmente rinviata al 2024, ma più probabilmente al duemilamai! Il Senato, con un emendamento di Forza Italia, che ha avuto l’ok della Sottosegretaria Vezzali, e ahimè votato nella confusione generale dalle stesse forze politiche che l’avevano approvata, ha buttato al vento anni di lavoro che avevano coinvolto tutte le forze politiche. Si poteva e doveva migliorare la Riforma, a partire dalle tanto attese norme sui lavoratori sportivi; si potevano trovare altri fondi (oltre ai 100 milioni già stanziati) per evitare di gravare con i nuovi contratti su ASD e SSD in questo momento così complicato. Ma nella Riforma sono presenti anche tante altre norme su cui eravamo tutti d’accordo, compreso il mondo sportivo. Rinviare al 2024 significa scegliere di non occuparsene, chiedere ad altri di farlo, perché a marzo del 2023 finisce questa Legislatura e verosimilmente nel 2024 neppure la Sottosegretaria Vezzali ricoprirà ancora questo ruolo. È un gesto contro il mondo dello sport e, in particolare, contro i lavoratori sportivi. Spero che la Sottosegretaria Vezzali convochi quanto prima un tavolo di maggioranza su questo tema e che con un emendamento alla Camera si possa rimediare».
Nicolas Maranca