Il mercato della Nuova Santegidiese si muove sia in entrata che in uscita. Dopo le tante conferme delle ultime settimane, il club ha ufficializzato la separazione con il centrocampista Andrea Censori. Il classe 1988 era tornato nella società giallorossa la scorsa estate dopo aver mosso i suoi primi passi da calciatore proprio nel settore giovanile vibratiano. Da lì in poi, tante esperienze tra i professionisti (in Serie B con l’Arezzo e in C con Giulianova e Valle del Giovenco) e non (in Serie D con Nerostellati, Jesina, Avezzano, Campobasso e Nuova Santegidiese; in Eccellenza con le maglie di San Nicolò, Ciabbino e San Marco Lorese). Censori lascia anche la guida tecnica della Juniores.
Non lascia invece Stefano Pietrucci, centrocampista che ha vestito la maglia della Santegidiese da giovanissimo, prima in Serie D (2009/2010) e poi in Eccellenza (2010/2011). Sulla pagina Facebook della Nuova Santegidiese ieri è comparso un post con tanto di intervista e foto (vedi sopra) che qui pubblichiamo:
“Dopo alcuni anni, nel mercato estivo del 2017, è tornato dove aveva lasciato il cuore. Un classe 1993 che è quindi cresciuto con il giallorosso addosso e ora ne fa ancora parte. Un esempio di calciatore con il vero attaccamento alla maglia e un esempio di serietà e professionalità per i più giovani. Pietrucci, oltre ad essere un vero santegidiese è il nostro cecchino dagli 11 metri con 8 centri su 8 nella stagione 2019/2020. Tante le sue sue prestazioni eccellenti e le sue reti come l’ultima siglata ai danni del Miano. Gli abbiamo rivolto alcune domande”.
Un altro anno senza Sant cosa ha significato per uno sportivo come te?
«Sicuramente è stato un anno difficile sotto tutti i punti di vista e lo sport a livello dilettantistico ne ha subito le maggiori conseguenze con un lungo stop. Per noi è stato ancora più pesante, visto che eravamo primi in classifica al momento del blocco del campionato. Personalmente mi è mancato molto il fatto di non poter vivere lo spogliatoio con tutti i compagni e ovviamente la partita della domenica con i nostri tifosi è stata la mancanza più grande da dover sopportare».
Come ricordi il tuo goal vittoria contro il Miano, nell’ultima gara esterna della Sant? Una rete che arrivò nel finale, quali furono le tue sensazioni?
»Ci tenevo particolarmente perché era la mia prima da titolare e dovevamo riscattarci dal derby giocato male la domenica precedente. Infatti abbiamo risposto con una grande prestazione di squadra, su un campo difficile. Il gol in sé per sé porta sempre delle bellissime sensazioni, quando poi vale tre punti ha un valore ancora maggiore».
Dopo diversi anni conosci bene la passione che c’è a Sant’Egidio per questo sport. Questo fervore è stato però bloccato troppo a lungo. Qual è il tuo messaggio per i tifosi?
«Dopo tanti anni posso dire di conoscere bene l’ambiente. Calcisticamente parlando, in queste categorie non c’è nessun altra piazza che si avvicini alla passione e all’attaccamento per la squadra che si respira a Sant’Egidio. Quella pressione positiva che si avverte la domenica e che rende tutto molto più bello. Non ho mai nascosto il fatto che tutto ciò è contato moltissimo per me in questi anni quando è stato il momento di scegliere se rimanere o no. Sono sicuro che i nostri tifosi siano carichi tanto quanto noi per ricominciare, con lo stesso spirito che li ha contraddistinti sempre e ovunque.
Il mio augurio è di ritrovarli presto allo stadio, al nostro fianco».