Pallone o smatrphone? Un dilemma che non dovrebbe nemmeno esistere, eppure i giovani di oggi tendono a dare troppa importanza al secondo rischiando di lasciar da parte il calcio. Potrebbe aprirsi un libro per analizzare la situazione, ma è eloquente il monito arrivato da Gennaro Gattuso dopo la vittoria del Napoli sull’Udinese nell’ultimo weekend di Serie A. Un tecnico che non le manda a dire, come faceva da giocatore, ma che tiene vivo un tema delicato e di centrale importanza per la crescita dei campioni del domani.
Parla il mister
Così Gattuso nel post gara: «I giovani di oggi devono smanettare meno sui social, si va troppo sul telefonino e si leggono troppe inesattezze e troppe cose. Qui a Napoli, come a Roma, ci sono tanti siti e tante radio da cui attingere informazioni. Meglio se mettiamo le energie sul campo anziché metterle sui nuovi media, i giro si leggono e dicono tante cavolate».
Ed è vero
Nessuno può dire il contrario, i ragazzi iniziano a dare troppo rilievo alle cose che scrivono e leggono sui social, non lavorando mentalmente e tatticamente nel proprio sport. Un’indagine di Laboratorio Adolescenza e Istituto di Ricerca Iard del luglio 2020 rivela che, tra i giovani intervistati, il 60% ha avuto il suo primo smartphone entro gli 11 anni, il 28% prima dei 10. Sui social il 54% dei ragazzi è attivo già a 11/12 anni, il 12% addirittura prima. L’uso dei nuovi dispositivi apre anche il problema dell’addormentamento dopo il loro uso. Un ragazzo, per condurre uno stile di vita sano, dovrebbe dormire almeno 8 o 9 ore, ma solo il 6,8% lo fa oggi. Il 20% dorme anche meno di 7 ore, il 66% non riesce a dormire tranquillamente e si sveglia durante la notte. E se non ci si riaddormenta, si naviga su internet, nel 44% dei casi. Solo il 10%, se non riprende sonno, si dedica a leggere libri.
Con il Covid il panorama peggiora
Seppur senza poter scendere in campo, la Pandemia non vieterebbe di praticare sport in forma individuale, lo si è visto negli ultimi mesi. Eppure, i ragazzi si fanno prendere ulteriormente la mano dai social e dai nuovi mezzi di comunicazione. Un questionario dell’associazione Movimento Etico Digitale rivela che il 79% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni attiva lo smartphone anche 120 volte, dedicandovi più di 4 ore di attività, 120 al mese. A determinare gli atteggiamenti sbagliati dei giovani, anche le figure degli influencer, di tendenza sui social, presi ad esempio per la loro notorietà ma non sempre con suggerimenti apprezzabili per i ragazzi.
Gattuso ha ragione, la prossima generazione di calciatori rischia di essere negativamente condizionata dallo “smanettamento”. Urge invertire la rotta.
Nicolas Maranca