Si sono ricongiunte le strade di Massimo Oddo e del Pescara Calcio, che si erano separate il 14 febbraio 2017, due giorni dopo la sconfitta per 5-3 sul campo del Torino.
Il tecnico, abruzzese doc (nato a Città Sant’Angelo il 14 giugno 1976), torna ad allenare i biancazzurri dopo che nel 2014 ne era stato prima allenatore della Primavera e poi, un anno più tardi, promosso alla guida della prima squadra al posto dell’esonerato Marco Baroni.
Nei due anni sulla panchina pescarese, il campione del mondo sfiora subito la promozione in Serie A. Nella finale playoff i biancoazzurri non riescono a sfondare il muro del Bologna (0-0 all’Adriatico e 1-1 al Dall’Ara) e, per via del peggior piazzamento in classifica, è costretto a rimanere nella serie cadetta.
Smaltita la delusione, Oddo si rifà subito centrando, nella stagione successiva (2016/17), l’accesso al massimo campionato italiano. Dopo il quarto posto in Serie B, infatti, i suoi uomini conquistano il ritorno in Serie A, dopo la retrocessione nella stagione 2013/14.
Le cose non vanno nel migliore dei modi e Massimo Oddo viene esonerato e sostituito a metà febbraio da Zdenek Zeman. Un cambio che, nonostante l’esordio battezzato con un sonoro 5-0 rifilato al Genoa, non rindirizza nel verso giusto l’annata e Pescara saluta la Serie A con cinque turni di anticipo e con soli 18 punti in graduatoria.
Dopo le parentesi poco felici con Udinese, Crotone e Perugia, ecco che per il tecnico abruzzese si spalancano le porte per il ritorno nella sua Pescara.
«Sono consapevole di avere un ambiente, una società e una dirigenza che mi conoscono bene e che possono proteggermi e difendermi nei momenti di difficoltà che ci saranno». Parole tenere per l’ex difensore del Milan per la società biancoazzurra, ma tanta rabbia e amarezza per le illazioni giornalistiche sulla sua condotta. Il mister infatti è stato un vero e proprio bersaglio mediatico in Umbria e Abruzzo, per via proprio dell’ultima sfida andata in atto tra lui e la Pescara. La sfida play out, che ha visto soccombere il Perugia proprio dell’ex campione del mondo contro gli abruzzesi salvati per il rotto della cuffia. Le accuse di combine, di complotto pregresso, si sono fatte strada. «Ho le prove nel mio telefono che le trattative con la Pescara calcio sono iniziate appena 5 giorni fa. Ho dato l’anima per il Perugia fino all’ultimo istante e lo rifarei. Sono una persona schietta: in caso di nuove accuse agirò per via legali». Questa la sua dichiarazione, giustamente, stizzita in conferenza stampa di presentazione. Una nuova avventura per il mister in una squadra a lui molto cara e allenata – piccola curiosità – anche dal padre, dal 1994 al 1996.
La carriera di Oddo non si può però ovviamente ridurre alla sua, già buona, esperienza in panchina. Stiamo parlando dell’Oddo calciatore.
Dopo le giovanili con la Renato Curi, Massimo viene notato fin da subito dal Milan, che lo inserisce nella propria primavera. Dopo due anni, inizia il suo girovagare in prestito tra Fiorenzuola, Monza, Prato, Lecco. Il salto nella massima categoria lo ottiene con la maglia azzurra del Napoli, ma sempre di proprietà del Milan. Il suo naturale era di terzino destro, ma Oddo era all’occorrenza anche centrale. Abilissimo rigorista (su 27 penalty 24 realizzazioni), dotato di una gran tecnica sui calci piazzati. Grandi doti, difficilmente passabili inosservate. Ingaggiato dal Verona prima e dalla Lazio più, è nella Capitale che Max spicca definitivamente il volo: 4 anni in maglia biancoceleste, una coppa Italia in bacheca, i due esordi in Coppa Uefa e Champions League. Massimo diventa uno dei migliori interpreti del ruolo in Italia, tanto da riuscire a fare parte della gloriosa spedizione degli azzurri in Germania, nel 2006. Massimo Oddo si laurea campione del mondo, collezionando una presenza nei quarti di finale contro l’Ucraina. Max e Fabio Grosso, l’altro abruzzese campione del mondo, portano la coppa più bella a Pescara, in una serata memorabile per lo sport abruzzese.
Smaltita l’euforia mondiale, Oddo “torna a casa”: nel gennaio 2007 si trasferisce al Milan, e dopo pochi mesi vince la Champions League ad Atene contro il Liverpool, nella famosa vendetta rossonera ai danni dei Reds dopo il melodramma della finale di Istambul. La carriera di Max è all’apice.
Nel gennaio 2008 si trasferisce in prestito in Baviera, alla corte del Bayern Monaco, collezionando 26 presenze ma tornando dopo appena un anno a Milanello. Nel 2011, dopo due anni di dominio interista, i rossoneri tornano alla vittoria e Max si laurea campione d’Italia, aggiungendo così al suo palmares uno scudetto ed anche una Supercoppa italiana. Chiude la sua superba carriera carriera a Lecce, con 27 partite disputate in maglia salentina.
Campione del mondo, d’Europa e d’Italia: che dite, Massimo Oddo è un abruzzese che c’è l’ha fatta?