C’è il sì del Governo e dell’intero Consiglio dei Ministri, la Riforma dello Sport è realtà. Dopo anni di attesa, una serie di novità in arrivo per il mondo sportivo di ogni ordine e grado. Ad annunciarlo, nella serata di ieri, il Ministro Vincenzo Spadafora, che ha anche convocato una conferenza stampa per le 11:30 odierne per spiegare il tutto nel dettaglio. 5 punti su 6 approvati, manca l’ok per quello sulla governance.
Il decreto uno
Manca, appunto, l’ok per la tematica più spinosa, che negli ultimi giorni aveva diviso anche i membri del Governo, ma che Spadafora voleva a tutti i costi. Il decreto uno avrebbe dato, tra le altre cose, il limite di due mandati consecutivi per le cariche federali. Per intenderci, si pensi al Coni, dove Giovanni Malagò è al secondo quadriennio consecutivo (2013-2017 e 2017-2021). Con il decreto uno, sarebbe scattato il cambio della guardia a fine mandato. In estate, lo stesso Ministro dello sport aveva dichiarato: «Sedici presidenti sono in carica da trent’anni, ininterrottamente. Non credo che pensare di lasciare il passo sia qualcosa di scandalosa. Ci accusano che il governo stia minando l’autonomia dello sport perché mettiamo il limite di tre mandati per i presidenti delle federazioni. Questa cosa mi fa sorridere, pensando a chi guida le federazioni dai tempi della lira, o da quando c’erano le Torri gemelle. O ancora, quando qualcuno di voi che mi sta seguendo non era ancora nato. Il compito di un dirigente credo sia anche quello di formare una classe dirigente, dodici anni sono tantissimi. Io poi sono aperto a tutto, proprio perché non è una riforma contro qualcuno».
L’annuncio di Spadafora su Facebook
«Approvati dal Consiglio dei Ministri cinque decreti di riforma dello sport: le tutele per i lavoratori sportivi, il professionismo femminile, l’accesso degli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato, l’abolizione del vincolo sportivo per i più giovani sostituito da un premio di formazione sono solo alcune delle norme che più mi rendono felice. Peccato non aver trovato un accordo sul “decreto uno”, che metteva ordine nei ruoli e nelle funzioni degli organismi sportivi».
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Nicolas Maranca