Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa convocata in occasione della presenza a L’Aquila di Gabriele Gravina. Il Presidente della Federcalcio ha fatto visita alla sede della LND Abruzzo di via Lanciano incontrando i vertici del calcio regionale e le istituzioni. Tanti spunti di interesse nelle sue parole, dalla ripresa delle attività al possibile ritorno della Nazionale in Abruzzo, passando per gli impegni federali e non solo.
Il legame con l’Abruzzo
«Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questa giornata e ringrazio il Presidente Ezio Memmo, Daniele Ortolano e l’Assessore Liris per l’accoglienza. Sento l’Abruzzo come mia terra, una terra che si è sempre rivelata ospitale e accogliente. C’è sempre stata una grande progettualità qui e non è un caso che abbia intrapreso le mie iniziative imprenditoriali e sportive in Abruzzo. Qui abbiamo lanciato iniziative culturali importanti con Luciano Russi ed altri amici. Quella progettualità è stata un punto di riferimento a livello nazionale. Ricordo con affetto l’amicizia sportiva e umana che abbiamo creato con molte di quelle figure che oggi, e nel recente passato, rappresentano e hanno rappresentato il CR Abruzzo. Continueremo così, affinché il mondo del calcio possa crescere e riversare sul territorio il suo contributo».
I rapporti con i vertici
«Con Daniele Ortolano abbiamo condiviso, insieme e da avversari, molte esperienze sui campi della nostra Regione, ricordo quando io ero a Castel Di Sangro e lui all’Angolana. Sono lieto di poter condividere con lui questa nuova avventura federale nel consiglio direttivo iniziata da qualche tempo. E ringrazio Ezio Memmo, che da quando è stato eletto a massimo esponente del CR Abruzzo ha lanciato subito idee importanti ed innovative. Idee che condivido e alimento. Se tutti riuscissimo a dare la giusta spinta, il nostro movimento avrà una rivoluzione, quel Rinascimento, quell’Umanesimo che auspicavamo per dare ai nostri giovani un degno futuro».
L’Abruzzo e l’Italia
«Mi piacerebbe moltissimo riportare le nostre nazionali in questa terra. In Abruzzo, l’Italia ha sempre ricevuto grande passione e grande sostegno. Una Regione che mai ha nascosto il tuo entusiasmo. Creeremo le condizioni perché l’Under 21, la Nazionale femminile e non solo mettano piede qui a L’Aquila perché può rappresentare una grande spinta. Abbiamo avuto un proficuo confronto con il Comitato, ci si chiede collaborazione e, in modo tacito, considerazione e rispetto per i grandi sacrifici fatti dal mondo del volontariato in questo momento. Sappiamo che il mondo dilettantistico sta soffrendo tantissimo, a noi della Federazione sta riportare entusiasmo e carica ai ragazzi verso il futuro».
Il lavoro dopo la riconferma
«Vivo il momento con serenità. Il consenso avuto richiede tre elementi fondamentali che dobbiamo anche riscoprire: tanta passione, grande senso di responsabilità e lungimiranza nel trovare gli equilibri in un mondo fatto di contrasti tra lo sport di base e quello dell’esplosione economica. Sarebbe ipocrita che il mondo della dimensione economica non debba essere tenuto in considerazione e rispettato. Esiste il mondo del volontariato ed esiste quello della dimensione economica fatto di grandi cose e grandi gesta. Il mio impegno vuole essere quello di mantenere l’equilibrio tra le componenti, tra l’industria del calcio e la partecipazione e aggregazione vera dell’attività del volontariato. Il grande calcio non può fare a meno di quello che è un vero percorso di formazione, non esiste un calcio d’elite senza la base».
La ripartenza
«Sapevamo che in questo momento storico era molto difficile riavviare il 100% delle attività. In parte ciò deriva dalla tutela della salute dei nostri tesserati che vogliamo preservare, in parte dalle restrizioni delle Leggi dello Stato. Scrolliamoci di dosso questa indolenza data dall’incapacità di reagire alla pandemia. Questa si batte con la logica e la voglia di proiettarci al futuro. Noi stiamo lavorando per far ripartire in tempi brevissimi tutti i Settori Giovanili, ciò significherebbe aver vinto una grande battaglia. Poi pensiamo alla prossima stagione, sperando che la campagna vaccinale corra sempre di più e che ci possa essere il prima possibile una immunità di gregge».
Nicolas Maranca