I dilettanti si fermano sperando di ricominciare i vari campionati regionali, virus permettendo, a settembre. E i settori giovanili? In questo momento c’è molto fermento su di loro: nelle scorse settimane sono state annunciate 27 scuole calcio con qualifica élite in Abruzzo (manca solo l’ufficialità della FIGC) e, soprattutto, la stessa Federazione ha rilasciato il protocollo da seguire per tornare in campo con scuole calcio e settori giovanili.
Sette giorni fa, alcune società hanno deciso di rompere gli indugi e riprendere le attività giovanili, bruscamente interrotte dal Covid. Tra queste c’è anche la Grande Ortona, un progetto nato nell’estate del 2018 che prevede la collaborazione, per la realizzazione di un settore giovanile condiviso, tra le due società calcistiche del territorio ortonese: la S.S.D. Ortona Calcio e l’A.S.D. Virtus Ortona Calcio. I due club hanno unito le forze con un obiettivo comune: realizzare un polo giovanile d’eccellenza che comprenda sia i giocatori ortonesi e sia i giocatori di territori limitrofi.
Sulla questione sono intervenuti Rocco Majo e Roberto La Selva (in foto), responsabili del progetto: «Abbiamo creato una piramide gestionale: la base è affidata all’A.S.D. Virtus Ortona (Scuola Calcio Élite) che partecipa a tutte le categorie della Scuola Calcio e ai campionati regionali agonistici (U14, U15 e U17) mentre, al vertice della piramide c’è la S.S.D. Ortona Calcio che partecipa ai campionati regionali U16 e U18».
Ricominciare ad allenarsi, ai tempi del Coronavirus, non è cosa semplice, ma la Grande Ortona non si è lasciata scoraggiare. La società, infatti, si è dotata di un’applicazione che consente ai genitori dei ragazzi interessati di prenotare comodamente da casa la “lezione sportiva”: basta un semplice click e il gioco è fatto: «Con un po’ di difficoltà, abbiamo deciso di ricominciare le attività, osservando scrupolosamente il protocollo della FIGC. Con circa 300 iscritti, l’ingresso al campo deve essere scaglionato e deve prevedere un numero ristretto di ragazzi. Il riavvio del progetto è partito da una grande attenzione all’informazione: nei gruppi Whatsapp condivisi con i genitori, abbiamo inviato tutta la procedura necessaria per tornare in campo. Inoltre ci siamo avvalsi di una piattaforma per la prenotazione online, in modo tale da garantire l’accesso a piccoli gruppi in orari prestabiliti, ovviamente rilevando la temperatura di ogni atleta prima del suo ingresso in campo. Successivamente i ragazzi iniziano l’allenamento con il dovuto distanziamento: dalla prima delle cinque stazioni a nostra disposizione, parte un primo gruppo (di massimo otto persone) che si allena per 15 minuti, prima di passare alla stazione successiva e poi a procedere con i successivi gruppi. Ogni stazione ha un allenatore diverso e un obiettivo d’allenamento da raggiungere».
Grazie all’applicazione la Grande Ortona è riuscita a tornare in campo già sette giorni fa: «Abbiamo ripreso l’attività ma non abbiamo coinvolto tutte le categorie. La settimana scorsa siamo partiti dalla Juniores fino ad arrivare agli Esordienti. Questa settimana, invece, completeremo il cerchio con i più piccolini (Pulcini e Primi Calci). Siamo fortunati ad avere un impianto sportivo molto grande che ci consente di mantenere le giuste distanze. Nella prima settimana di lavoro ci siamo concentrati su esercizi riguardanti il dominio della palla, il tiro in porta, la conduzione e la trasmissione del pallone e la parte atletica».
Spazio alle considerazioni legate alle attività del settore giovanile dopo il lockdown: «Stiamo cercando di lavorare sulle teste dei nostri atleti, costretti dal virus a 3 mesi di reclusione casalinga e sedentaria. Offriamo loro una valvola di sfogo per tornare il prima possibile ad una vita normale. Abbiamo riscontrato la grande maturità dei ragazzi, rispettosi delle regole pur di tornare, nel breve tempo possibile, alla normalità».
Il ritorno alle attività implica anche una riorganizzazione a livello logistico e sociale: «Abbiamo trovato difficoltà a livello logistico e organizzativo, soprattutto con i ragazzi che abitano nei territori limitrofi. Noi ci eravamo organizzati con dei pulmini ma il Covid ci ha lasciato un problema: il distanziamento si deve attuare anche sui mezzi di trasporto e non ci permette di trasportare un alto numero di bambini. Abbiamo deciso di iniziare dalla Juniores fino agli Esordienti perché riteniamo che per attuare il necessario distanziamento c’è bisogno di una giusta dose di maturità, riscontrabile nei ragazzi più grandi. Far ricominciare i più piccolini è difficile, perché appena si ritroveranno si abbracceranno e ciò non è possibile. I bambini soffriranno l’impossibilità della socialità nell’allenamento, come la condivisione di un gol o dare la mano all’avversario come gesto di fair play. Un grande aiuto viene dalle famiglie che hanno lavorato bene con i ragazzi, i quali arrivano al campo rispettando tutte le norme».
Andrea Spaziani