L’Eccellenza, anche se a ranghi ridotti, è tornata in campo. Tra le tredici società che hanno scelto di non ripartire c’è anche il Nereto, una delle quattro teramane che ha optato per questa soluzione. Ai nostri microfoni è intervenuto il presidente dei rossoblù, Filippo Di Antonio, parlando della scelta di non partecipare al riavvio del massimo campionato regionale e del suo futuro nel mondo del calcio.
In prima battuta, il numero uno del Nereto ha spiegato le ragioni che hanno spinto il suo club a non prendere parte al nuovo torneo di Eccellenza: «Nella decisione ha influito in modo determinante la situazione pandemica generale ed anche particolare giacché Nereto è stata per molto tempo in zona rossa. Hanno, però, altresì influito anche gli obiettivi che ci si ponevano di fronte. La promozione in serie D e la valorizzazione dei giovani di proprietà, infatti, non collimavano con i nostri obiettivi iniziali, ovvero disputare un buon campionato per raggiungere la salvezza con largo anticipo».
Di Antonio ha analizzato anche l’Eccellenza attuale, facendo un pronostico sulle possibili vincitrici finali: «L’Aquila e Chieti hanno gli organici migliori, ma soprattutto hanno due allenatori che non lasciano nulla al caso ed è per questo che sono stati spesso vincenti. Sono convinto che alla fine saliranno entrambe per via dei ripescaggi. Attenzione però alla Renato Curi Angolana di mister D’Eugenio che ha un organico importante e che, se farà bene negli scontri diretti, potrà dire la sua».
Per quanto concerne il futuro del campionato, invece, il presidente del Nereto auspica una pronta organizzazione per pianificare al meglio le attività: «È difficile immaginare lo scenario pandemico che ci troveremo di fronte a settembre. Il mio consiglio è di anticipare il più possibile la ripartenza e permettere alle società di organizzarsi al meglio e magari sostenerle economicamente, da parte della federazione».
Infine, Di Antonio confessa di pensare ad un suo avvenire lontano dal mondo del calcio: «Dopo dodici anni di presidenza, sto meditando molto seriamente di lasciare il calcio. Le mie attività, in pieno sviluppo, reclamano sempre più la mia presenza soprattutto in un periodo storico dove si progetta il futuro a breve termine. Il calcio mi ha dato tanto ma, dopo dodici anni, posso dire che anch’io ho dato tanto al calcio. Ricordo perfettamente il mio esordio nel 2009 in Terza Categoria con la neo-costituita Virtus Teramo e poi dei tanti campionati vinti».
Andrea Spaziani