Il 34enne giallorosso si gode il primo trofeo da allenatore e ripercorre la sua serata indimenticabile
Poco più di un anno fa, Remigio Cristofari (nella foto) non era nemmeno un allenatore, nel senso che pur avendo ovviamente il regolare patentino, svolgeva il ruolo di secondo accanto all’amico e collega Luigi Narcisi. Che ad inizio di gennaio 2019 però decide di rassegnare le dimissioni dall’incarico, consegnando di fatto al suo vice la panchina della Torrese, previo l’unanime consenso della dirigenza giallorossa.
Da allora sono passati solo tredici mesi ed il buon Remigio di strada ne ha fatta davvero tanta: dapprima portando, da debuttante assoluto in Eccellenza, la sua squadra a chiudere al secondo posto la regular season, alle spalle del Chieti, per poi aggiudicarsi i play off regionali e partecipare a quelli nazionali, fermandosi solo per mano del Porto Sant’Elpidio, che alla fine si aggiudicherà il trofeo e, con esso, la promozione in serie D.
Il resto, è cronaca recente, e riguarda appunto lo storico traguardo centrato da lui e dal club che, meritoriamente, decise un anno fa di dargli fiducia, affidando ad un vero e proprio neofita le redini di una squadra comunque ambiziosa.
“Che dire, se non che sono felicissimo”, le sue prime parole all’indomani dell’impresa del Bonolis, “soprattutto perché affrontavamo un avversario di grande livello, peraltro confermato anche mercoledì sera, ove non bastasse lo straordinario ruolino di marcia fatto registrare in campionato. Che, non a caso, lo vede in testa praticamente dalla prima giornata ad oggi”.
Non è stato facile aver ragione dei neroverdi di Di Biagio: “Certo, ma sarebbe stato assurdo pensare il contrario. Ci ha messo in grosse difficoltà, com’era del resto prevedibile, ma i ragazzi hanno saputo reagire alle avversità, resistendo sino alla fine e regalando a società e tifosi un trofeo destinato a restare nella storia calcistica del paese. Per questo non smetterò mai di ringraziare, sia chi mi ha regalato questa opportunità, un anno fa ed adesso, sia gli altri artefici materiali di una impresa davvero splendida, ovvero i miei ragazzi. Tutti fantastici, dal primo all’ultimo”.
Ora però comincia il difficile: si torna subito in campo per un quarto posto da difendere e, se possibile, migliorare, ed una fase nazionale della Coppa da onorare al meglio, non foss’altro per quel posto in serie D riservato a chi riuscirà ad arrivare sino in fondo: “Verissimo e faremo di tutto per centrare anche quest’altro obiettivo. Non sarà facile, ovviamente, ma la mia squadra ha dimostrato di saper soffrire e di potersela giocare contro qualsiasi avversaria, anche la più forte, com’era appunto il Castelnuovo. Ed una grossa spinta, dal punto di vista del morale e della determinazione, ce la darà proprio questa finale vinta. Ne sono convinto”.
Ricordando, a puro titolo di cronaca, che nel primo turno eliminatorio della fase nazionale di Coppa, la Torrese se la vedrà con i campani del Tre Pini Matese (andata mercoledì 26 febbraio a Castelnuovo, ritorno l’11 marzo a Piedimonte Matese, nel casertano), impostisi però nella Coppa Italia disputata in Molise, ecco il resoconto della sua serata: “Durante la partita è stata una vera sofferenza, visto che sino all’ultimo il risultato, e dunque l’esito della finale, è stato incerto. Al gol di Lino (Petronio, ndc) non ho capito più nulla ed è esplosa la gioia, liberatoria ed irrefrenabile, mia e di tutto lo staff. Poi i festeggiamenti sono proseguiti, sul campo e fuori, tant’è che pur essendo stanco, al rientro a casa non sono riuscito a chiudere occhio, tanta era l’adrenalina accumulata in precedenza. Una sensazione comunque bellissima, che resterà per sempre scolpita tra i miei ricordi sportivi più cari”.
La mattinata poi è stata dedicata alla lettura dei numerosi messaggi ricevuti: “Davvero tanti, e tutti ovviamente graditi. Specie quelli arrivati dai colleghi, che ringrazio di cuore dopo averlo fatto personalmente. Fa piacere sapere di essere stimati e vi assicuro che la stima è reciproca”.
Tornando al doppio fronte campionato-Coppa, come pensa di gestire la situazione, da qui a maggio prossimo? “Mai come adesso”, afferma in conclusione Remigio Cristofari, “ci sarà bisogno del contributo di tutti, a partire dall’impegno di domenica, a Città Sant’Angelo. Oltre a diversi acciaccati dovrò infatti tener conto anche di chi, avendo ben 120’ e passa minuti nelle gambe, avrà la necessità di tirare un po’ il fiato. Ecco perché è assai probabile che nell’undici iniziale possano esserci diverse novità. Sono però convinto, per non dire certo, che chi verrà chiamato in causa, saprà dare il massimo in campo, come ha del resto sempre fatto sinora. Magari anche disputando uno scampolo di gara”.
Nel frattempo, il 34enne tecnico della Torrese si gode il meritato trionfo e, magari, qualche ora di sonno suppletiva….