Ieri si è archiviata l’ultima domenica dedicata ai recuperi della Serie D. Nel girone F pari beffa per la Vastese, costretta al segno X al 93′ sul campo dell’Aprilia dalla punizione sensazionale dell’ex Juventus Ruben Olivera (leggi qui l’articolo integrale).
Questa, invece, sarà la settimana che porterà al ritorno effettivo del campionato. Nonostante l’apertura della lunga finestra invernale del calciomercato (attiva dal 1° dicembre al 26 febbraio 2021), il “primo acquisto” delle squadre impegnate nella competizione sarà un nuovo protocollo. L’obiettivo è quello di ridurre drasticamente i più di 100 rinvii che hanno caratterizzato la prima parte della stagione sportiva della quarta serie nazionale.
Come già annunciato (leggi qui), la Lega Nazionale Dilettanti lo scorso 18 novembre ha proposto alla FIGC l’adozione di tamponi di screening utilizzando test rapidi antigenici. Nelle prossime ore, quindi, è atteso il responso della commissione medico scientifica della Federazione italiana.
Il nuovo protocollo
Dalle ultime indiscrezioni che trapelano, il nuovo protocollo dovrebbe prevedere il rinvio di una partita solo se verranno riscontrate tre positività nel gruppo squadra, due delle quali di giocatori “under”. Un’altra novità dovrebbe riguardare anche l’adozione dei tamponi. Le società, infatti, dovranno consegnare alla LND una lista di 40 nominativi, composta da calciatori, dirigenti, staff e collaboratori. L’intero gruppo squadra, quindi, dovrebbe sottoporsi a due tamponi rapidi da effettuare prima e dopo la disputa del match in programma.
Il problema
In tutte le cose c’è sempre un “ma”. Viene da chiedersi, allora, se le nuove disposizioni saranno adattabili anche alle categorie inferiori oltre alla Serie D. Vero, i nuovi test saranno economici, ma le spese ci saranno ugualmente e, sommando tutti i nuovi tamponi, le uscite dalle casse societarie saranno notevoli. Discorso applicabile in Serie D, ma già l’Eccellenza ne soffrirebbe. Questo è l’elemento che mette in dubbio una ripartenza dalla Promozione in giù, in tal caso l’unica soluzione sarebbe davvero il vaccino.
[Foto di copertina di Wesley Tingey da Unsplash]