E’ Guido Di Fabio (nella foto), tecnico del Castelnuovo, capolista solitaria dell’Eccellenza, ad inaugurare una serie di pareri “illustri” da parte degli addetti ai lavori operanti nelle varie categorie dilettantistiche della regione. L’argomento in discussione, manco a dirlo, è il tristemente famoso Covid-19, meglio noto come Coronavirus, la cui diffusione a macchia d’olio lungo l’intera penisola ha, di fatto, paralizzato le principali attività del Paese.
Ivi comprese quelle calcistiche: dalla serie A alla Terza categoria. Imponendo a tutti una serie di considerazioni. Ecco, quindi, quelle di chi, e sono davvero tanto, si è ritrovato, di punto in bianco, ed “obtorto collo”, a dover restare fermo, come minimo, fino al 3 aprile prossimo, con tutte le conseguenze del caso…
“Che dire, se non che si tratta di un’anomalia assoluta, mai capitatami in tanti anni di attività agonistica, da calciatore prima, e da allenatore oggi. E’ un evento tanto improvviso quanto sconvolgente. Che pensavamo non ci riguardasse ed invece ci vede tra i Paesi al mondo in assoluto più colpiti dal virus. Inutile cercare di spiegarne le cause o individuare le responsabilità. Non spetta di certo a noi, che svolgiamo tutt’altro ruolo. Meglio adeguarsi scrupolosamente alle direttive impartite e sperare che il tutto si risolva nel più breve tempo possibile.
Le mie giornate? Niente di speciale: le passo ovviamente a casa ed in famiglia, cercando per quanto possibile di distrarmi, guardando un po’ di tv, anche se poi la mente va sempre lì, nella speranza di novità positive.
Inizialmente, quando la sospensione riguardava solo l’attività domenicale, io ed il mio staff avevamo programmato di far lavorare la squadra quattro giorni a settimana, per poi lasciarla libera nei restanti tre. Tutto annullato dai successivi e più restrittivi provvedimenti emanati dal Governo. Provvedimenti ai quali, con grande senso di responsabilità, ci siamo immediatamente attenuti, regolandoci di conseguenza”.
Come? “Fissando con i ragazzi un programma di lavoro personale, finalizzato a non far perdere loro la giusta tonicità, in vista di un’eventuale ed auspicabile ripresa delle attività. Altro, del resto, non è possibile fare.
Con i miei giocatori”, conclude mister Di Fabio, “mi sento spesso tramite i social ed il cellulare, per incoraggiarli e, soprattutto con i più giovani, sollecitarli a rispettare appieno le disposizioni attuali. Capisco che per ragazzi poco più che ventenni ed abituati a vivere all’aria aperta sia dura restare confinati tra le mura domestiche per così tanto tempo, ma almeno fino a quando non si sarà trovata una soluzione radicale del problema, l’unica cosa da fare è quella di seguire rigidamente il protocollo in vigore”.
Stefano De Cristofaro