L’intervistato di turno è Cristian Di Giuseppe (nella foto), portiere del New Club Villa Mattoni (Promozione, girone A)
Un suo giudizio sull’attuale situazione?
“Che dire, a me sembra tutto così surreale… Del resto chi avrebbe potuto mai immaginare una cosa del genere? Credo che le persone, ancora oggi, non abbiano capito la gravità della situazione. Io, ad esempio, lavoro in fabbrica, turni con cinquanta persone e nonostante l’obbligo di mettersi in sicurezza (che viene ovviamente rispettato) la realtà mi spaventa, perché è imprevedibile.
Mi sento spesso anche con Marco Ianni (collaboratore tecnico della Juventus, ndr) che mi ha confermato che sono tutti in quarantena e questo fa riflettere: se vengono colpite società pluricontrollate, immaginiamoci quelle di categorie inferiori”.
Come passa le sue giornate?
“Sempre uguali, lavoro – casa – lavoro. Cercando anche di allenarmi un po’. Magari all’aria aperta: avendo due figli, però, cerco di adattarmi alle restrizioni. Per la salvaguardia di tutti”.
Come vi siete organizzati insieme alla squadra per l’emergenza?
“Riceviamo l’allenamento individuale giorno per giorno dallo staff. Tuttavia, molti di noi che hanno famiglia e lavoro, hanno delle difficoltà ad attenersi meticolosamente al programma: anche per questo motivo credo che sarà difficile far ripartire il campionato già da aprile, in quanto la maggior parte di noi, in questi giorni di stop forzato, non avrà avuto modo di sostenere un allenamento competo”.
Come pensa si evolverà la cosa?
“Ritengo che fare una previsione unica, oggi per tutti, sia inutile: sono valutazioni da fare quando torneremo alla normalità. Tralasciando la questione sulla condizione fisica dei singoli giocatori credo che, di questo passo, nemmeno ad aprile finirà la diffusione del virus.
Per quanto riguarda, invece, la scelta di bloccare o meno le promozioni e retrocessioni “congelando” la stagione, personalmente non lo trovo corretto. Il campionato si gioca perché si deve vincere o perdere: il pallone funziona così, bloccare tutto non so quale senso possa avere ai fini dello spirito del gioco.
Personalmente, la mia squadra è quart’ultima e gli incontri rimasti da disputare sono contro le dirette concorrenti: a noi la salvezza, magari non diretta, era alla portata ed in un’ottica play-out quel punticino in più fa sempre comodo. Non disputare le partite lo trovo penalizzante per chiunque.
Credo comunque che la Lega Nazionale Dilettanti si uniformerà alle decisioni prese da quella di serie A. Ritengo non sia un grosso sacrificio per nessuno, dopo una situazione del genere, giocare a giugno o luglio. Tuttavia, questa è una situazione così straordinaria e assurda, che qualunque scelta si farà, sarà sbagliata. O meglio, non riuscirà ad accontentare tutti”.
Andrea Spaziani