Stagione alle porte per il Calcio Atri, con il campionato di Prima Categoria che ha visto ieri l’uscita del calendario. I rossoverdi, all’esordio, se la vedranno in casa contro il Varano. Ai nostri microfoni è intervenuto il numero uno del club, Alessandro Italiani. «Forse il calendario poteva essere leggermente più corto per finire una settimana prima» ha dichiarato il presidente «C’è troppo spazio tra la fine della penultima giornata e l’ultima, con 15 giorni di intervallo. Capisco però che causa Covid ci siano queste dinamiche. Il nostro girone è forse il più tecnico e agguerrito, con dodici squadre pronte a darsi battaglia. Le favorite, almeno sulla carta, sono Torricella, Castagneto, Giulianova e Favale, che hanno fatto un ottimo mercato».
Italiani ha svelato anche gli obiettivi della sua squadra per la prossima stagione: «Vogliamo ben figurare, fare meglio dello scorso anno e far crescere i nostri giovani. Vogliamo crescere anno dopo anno, anche grazie ai nostri supporters. Ci fa infatti molto piacere avere un grande affetto da parte del paese e dei nostri tifosi».
Il presidente ha anche commentato la scelta di Iommarini come nuovo direttore sportivo della società: «La scelta di Matteo è stata naturale, spontanea e convinta. Dopo la sua decisione di lasciare il calcio giocato ci ha proposto questa soluzione e noi abbiamo subito accettato. È un grande uomo, volonteroso, umile e con una grande conoscenza del calcio. Sa coinvolgere i più giovani ma sa anche essere severo e pretenzioso. Si è messo subito al lavoro per cercare giocatori adatti alla nostra causa».
Una compagine, quella del Calcio Atri, molto green: tanti infatti i giovani presenti nei ranghi della squadra. «I giovani sono sempre il nostro punto di riferimento. Abbiamo acquistato ragazzi del 2003 e del 2002, vogliamo giocare ogni domenica con almeno 6/7 millenials. L’obiettivo è quello di avere tra due/tre anni una squadra giovane, ma già esperta della categoria. Puntare sui giovani non è facile, anzi è decisamente complesso. I diciassettenni di oggi purtroppo sono diversi da quelli di una volta, ora c’è molta più discontinuità, si rischia spesso che lascino il calcio da un momento all’altro. Basta, purtroppo, molto poco per farli scoraggiare e per farli allontanare dalla passione calcistica. Il rischio è sempre alto ma noi vogliamo comunque continuare su questa linea perché ci teniamo molto, nonostante le difficoltà citate».