Lo stop dei campionati non è certo una buona notizia per i club dilettantistici, costretti a fermarsi almeno fino al 24 novembre secondo il nuovo Dpcm emanato dal Governo.
Angelese, che partenza
Sulla situazione attuale e sugli scenari futuri è intervenuto, ai microfoni di Abruzzo Calcio Dilettanti, Francesco Florindi, presidente dell’Angelese (club che milita nel giorne C di Prima Categoria). Tre gare a punti per la neopromossa che gioca le partite interne al “Druda” di Pineto. Dopo i due pareggi con Real Villa Carmine e Castellamare Pescara Nord, è arrivato il primo successo contro il Farindola nell’ultimo turno prima della pausa. Solo altre due squadre fanno registrare zero ko nel girone e sono Virtus Pescara e Vis Montesilvano (entrambe, però, con meno gare giocate).
Lo stop
«Questa situazione purtroppo ci sta privando delle cose a noi più care, comprese le nostre passioni», ha commentato il numero uno gialloverde, «purtroppo, però, quando c’è di mezzo la salute delle persone bisogna adeguarsi a ciò che gli esperti ci dicono di fare. Rispettiamo le regole tutti e prima usciremo da questo status».
Il nodo allenamenti
«Le istituzioni calcistiche ci stanno aiutando. Vorrei ringraziare infatti tutto il movimento dilettanti, in particolare il Comitato Regionale Abruzzo. Ho apprezzato molto le parole del vice Ezio Memmo, persona molto vicina a noi società. Memmo cerca di tutelarci in tutti i modi. Io, onestamente, spero che si possa garantire un allenamento minimo o individuale, rispettando comunque le norme e le precauzioni necessarie per eliminare il rischio contagio».
Sostegni alle società
«Il nostro movimento è dettato dalla passione ma purtroppo a volte questa non basta. L’aspetto economico ha la sua importanza. Ho apprezzato molto l’iniziativa del Comitato che si sta mettendo nella direzione giusta per aiutare le società che sono ripartite fra molte difficoltà. Questo stop può influire negativamente per la sopravvivenza di tutti noi, un aiuto arriverà».
Il domani
«Il futuro del movimento è legato a noi stessi, credo che bisogna essere tutti uniti e compatti per poter superare i momenti di difficoltà. Tutte le società, il Comitato e gli attori di questo mondo devono essere una voce sola, senza divisioni. Solo così possiamo ripartire con nuovo slancio verso il futuro».
Si fermano anche i giovani
«Lo stop del calcio giovanile pesa parecchio in termini sociali. I ragazzi hanno bisogno dello sport, privarli del sano divertimento sportivo potrebbe essere deleterio nel processo della loro crescita. E non parlo solo a livello fisico ma anche psicologico. Dobbiamo sempre ricordare le regole per una corretta gestione dell’epidemia e sinceramente sono rimasto veramente contento notando che molti bambini, parlando della situazione pandemica, siano molto informati su questo tema. Spero che il tutto finisca al più presto per poter rivedere i più giovani correre dietro ad un pallone, divertendosi, con i genitori ad incitarli a far bene».